PARROCCHIA San Pietro Apostolo Bolgare

Domenica 7 aprile 2019 - V Domenica di Quaresima - C

1ª lettura: Is 43,16-21

2ª lettura: Fil 3,8-14

Vangelo: Gv 8,1-11

 

Ecco l’ora della misericordia!

 

“Tu sei buono, e ti tirano le pietre. Sei cattivo, e ti tirano le pietre. Tu sei ricco, e ti tirano le pietre; non sei ricco, e ti tirano le pietre. Tu sei bello, e ti tirano le pietre. Tu sei brutto, e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, tu sempre pietre in faccia prenderai. Al mondo, non c'è mai qualcosa che gli va, e pietre prenderai senza pietà! Sarà così finché vivrai”.

Così cantava Antoine, proprio l’anno in cui nascevo io: una visione forse un po’ troppo pessimista della vita, però non stava raccontando baggianate. Situazioni in cui siamo messi sotto tiro da tutto e da tutti, per tutto quanto e per il suo esatto contrario, sono all’ordine del giorno; ci si augura che non capitino sempre tutte alla stessa persona, ma non sono affatto atteggiamenti inusuali. E soprattutto, c’è gente specializzata in quest’attività sportiva del “lancio della pietra”, che – qualora divenisse disciplina olimpica – risulterebbe essere una delle più combattute, tanti sarebbero i candidati a ottenere un posto sul podio… Sono davvero parecchie le persone che passano intere giornate ad allenarsi per questo tipo di disciplina, e per lo più in maniera selvaggia, senza un minimo di norme o di regole, della serie: “La pietra, dove arriva, arriva”; “A chi arriva, arriva”; “Dimensioni e peso: tutto consentito; direzione del lancio, idem”. A Tizio, Caio o Sempronio; in pieno giorno o nel cuore della notte; in casa o nel cortile o sul marciapiede; macigno enorme in mezzo alla strada o sassolino nella scarpa; di fronte, di lato, alle spalle, da sopra: siamo nella più totale “deregulation”, la sregolatezza, la mancanza totale di regole. Unico obiettivo: ferire una o più persone, fino a demolirle, dissanguarle, annientarle. Motivo? Sempre e solo uno: si comportano male, sono diverse dalle altre, commettono cose talmente obbrobriose alla luce del sole (o di nascosto, ma poi si smascherano), che non possono non essere fatte bersaglio di questo spaventoso, diffusissimo e antichissimo sport, ossia il lancio della pietra.

Personalmente, uno può fare tutti gli sport che vuole, anche quello del lancio della pietra: finora, a me non è mai capitato di prendere parte ad allenamenti di questa disciplina, e con onestà devo dire che non è che mi attiri molto. Mi è, pero, capitato molto spesso di conoscere dei veri e propri campioni di questa disciplina, e – torno a ripetere – non nutro per loro profonda simpatia: sono sempre stato, e sarò sempre, un paladino della libertà personale, di giudizio, di pensiero, di parola, di comportamento, e vedere che c’è gente che fa di tutto per giudicare e lapidare chicchessia solo perché mette in atto scelte libere, magari anche non condivisibili, ma di cui sa bene di essere responsabile, beh, davvero sto male ad accettare che ci siano tutti questi lanciatori di pietre.

Ma oggi, quello che mi fa più male è vedere che anche lui, il Maestro, prende parte a questa disciplina. Tra l’altro, nei confronti di una persona appartenente a una categoria che faccio molta fatica a giudicare male, soprattutto perché considerata unica colpevole di un “reato” che per essere definito tale dev’essere fatto in due (non credo che esistano casi di adulterio commessi da una persona sola…in questo caso, segnalatemeli che do loro un premio, altro che pietre in testa!): però, chissà come mai, il Vangelo (questo, ma anche altri brani) parla sempre e solo di adultera, di peccatrice, di “donne come questa”, e mai di un adultero, di un peccatore, di un “uomo come questo”! Nemmeno in questo brano in cui i due sono stati sorpresi in flagrante adulterio; non mi si dica che il testo parla solo di “donna sorpresa in flagrante adulterio” perché, pur essendo così scritto e così narrato, non significa che fosse da sola, ma che l’altra parte di flagranza di reato, ossia il complice, o se l’è data a gambe levate (e comunque sarebbe stato facilmente identificabile anche solo dall’abbigliamento…), o – peggio ancora – è stato rilasciato perché potesse passarla liscia, chissà, magari per l’ennesima volta, chissà, forse solo perché “maschio”, il quale in genere non lascia “prove” del suo passaggio, nemmeno dopo parecchi mesi. Mentre a una povera disgraziata che commette lo stesso reato con lui… magari capita anche di doversi sobbarcare il peso e l’onta di “diventare madre non sai di chi”.

Del resto, “l’uomo è l’uomo”…e con questa mentalità sono state cresciute generazioni di donne, anche nel nostro contesto; “l’uomo è l’uomo”, e a lui si giustifica tutto, mentre la donna deve stare ben attenta a comportarsi in un certo modo, a parlare in un certo modo, a vestirsi in un certo modo, a ragionare in un certo modo, vero? Questa mentalità è stata talmente scandalosa per secoli che addirittura il brano di Vangelo di oggi ne ha risentito. Sì, perché ormai tutti gli studiosi sono concordi nel dire che questi versetti non si è certi fossero di Giovanni, perché è più probabile che fossero di Luca; e che per secoli nessuno aveva il coraggio di metterli nel canone della Bibbia o di inserirli in un Vangelo, finché hanno trovato collocazione nel Vangelo di Giovanni forse grazie a una comunità che iniziava a cambiare mentalità, e a considerare uomo e donna sullo stesso piano, e quindi anche ad accettare che un’adultera venisse risparmiata dalla lapidazione. Cos’è successo? Perché questo cambiamento? Da dove viene questa “cosa nuova” (per dirla con Isaia), se pure il Maestro, in questo episodio, all’inizio non si oppone affatto a lasciar giocare questa partita di lancio della pietra, anzi, invita esplicitamente a “gettare la pietra” contro la vittima.

Che cos’ha fatto di così nuovo, Gesù, da costringere – senza obbligare nessuno – ad andarsene uno per uno cominciando dai più anziani? Niente di particolare: ha solo voluto regolare la disciplina sportiva del lancio della pietra. Ha solo chiesto che iniziasse a lanciare per primo chi era senza peccato. Nel frattempo, lui avrebbe scritto la classifica per terra, col dito nella sabbia, come quando si giocava da bambini. Fatto sta che il tentativo di mettere alla prova Gesù per trovare di che accusarlo, naufraga miseramente cozzando contro il concetto più difficile ma anche più meraviglioso di Dio: la misericordia.

Pensi che Dio non sia misericordioso con te? Ammazza a pietrate questa e tutte le donne che vuoi. Ma se guardando alla scena vedi un Gesù “misericordioso”, cioè “misero nel cuore” e una donna gettata a terra perché “misera” e basta, capirai che la differenza tra “misericordioso” e “misero” è una sola parola: il cuore.

Mettici il cuore, in tutto ciò che fai, e ti passerà la voglia di praticare l’ignobile, meschino e disumano sport del lancio della pietra.