PARROCCHIA San Pietro Apostolo Bolgare

Domenica 18 febbraio 2018 - I Domenica di Quaresima - B

I Domenica di Quaresima - B                                                                    

Domenica 18 febbraio 2018

1ª lettura: Gen 9,8-15

2ª lettura: 1 Pt 3,18-22

Vangelo: Mc 1,12-15

 

Rimase nel deserto

 

Finché è la società che ti lascia solo, o perché non si preoccupa del tuo benessere e della tua salute, o perché non tutela i tuoi diritti, o perché ti esclude dal mondo del lavoro perché troppo giovane e quindi inesperto, oppure troppo vecchio e quindi non più ricollocabile…te la puoi anche prendere, ma alla fine ti rassegni, e se non lo accetti, quanto meno lo sopporti.

            Finché è il tuo paese o il tuo gruppo di amici che ti lascia solo, o perché sei uno poco affabile, o perché sei ritenuto un po’ “sfortunato”, o perché tu hai altri interessi, spesso più nobili di quelli degli amici che pensano solo a divertirsi e a sballare, e quindi ti isolano perché dai loro fastidio…te la puoi anche prendere, ma alla fine ti rassegni, e se non lo accetti, quanto meno lo sopporti.

            Finché sono i tuoi più stretti collaboratori che ti lasciano solo, o perché hanno problemi in casa e non hanno più tempo da dedicare agli interessi comuni, o perché in questa società il tempo è sempre più tiranno e non ti dà margini di libertà per curare ciò in cui credi, o semplicemente perché voglia di lavorare e di mettersi al servizio ne hanno gran poca e accampano la scusa che con te è impossibile lavorare o che hanno altri pensieri…te la puoi anche prendere, ci rimarrai anche male, e se non lo accetti, quanto meno lo sopporti.

            Finché sono i tuoi superiori che ti lasciano solo, perché hanno molte cose da pensare più urgenti o più drammatiche delle tue, o perchè ti danno l’illusione di avere la loro stima, ma in realtà non si sa bene cosa conti ai loro occhi…te la puoi anche prendere, ti fai prendere dalla delusione perché non te lo saresti mai aspettato, ma alla fine ti rassegni, e se non lo accetti, quanto meno lo sopporti.

            Finché è la tua famiglia che ti lascia solo, perché, a uno a uno, i tuoi cari se ne vanno di casa e si costruiscono la loro famiglia, oppure perché l’altra vita li chiama a sé, o più semplicemente perché tu o loro avete fatto delle scelte di vita che non sono più compatibili e magari inizia anche a perdersi l’amore che c’era tra di voi…te la puoi anche prendere, soffrirai, ma alla fine ti rassegni, e se non lo accetti, quanto meno lo sopporti.

            Finché sei tu stesso a lasciarti da solo, quando il tuo corpo e la tua mente non reagiscono più ai tuoi stimoli e alle tue intenzioni, e vieni sopraffatto da cose brutte più grandi di te, della tua buona volontà, e della stessa scienza…te la puoi anche prendere con il mondo intero, con la natura, con il destino, magari anche con te stesso per certe tue scelte di vita sbagliate, ma alla fine ti rassegni, e se non lo accetti, quanto meno lo sopporti.

            Quando però non è la società, né il tuo paese, né gli amici, né la tua famiglia, né te stesso, né i tuoi collaboratori, né i tuoi superiori a lasciarti solo, ma è lo stesso Dio, in persona, allora le cose cambiano: te la prendi comunque, forse anche di più che con gli uomini, ti sentirai lacerare dento dalla sofferenza, soprattutto se credi in lui, ti sentirai quasi tradito…ma non puoi rassegnarti, perché un Dio che abbandona i suoi fedeli è inaccettabile e insopportabile, e a un Dio che fa promesse e non le mantiene non ci si può assolutamente rassegnare né adeguare.

Come sarebbe a dire che adesso non possiamo più fidarci nemmeno di Dio? Come sarebbe a dire che ti lascia da solo a combattere contro tutto e contro tutti? Come sarebbe a dire che fa il vuoto, il deserto intorno a te e ti pianta lì da solo in mezzo all’arsura cocente di questo infinito deserto che è la vita? Anzi, non solo ti molla lì nel deserto: ti ci spinge, ti butta dentro, ti sospinge, lo fa con forza, con violenza, così come faceva quando con violenza cacciava i demoni dai posseduti, o come cacciò i mercanti dal tempio, o gli increduli parenti della figlia di Giairo, cacciati dalla stanza in cui la bimba sarebbe stata da lui riportata in vita.

Altro che vita, qui: nel deserto c’è solo morte, c’è solo arsura, c’è solo fame e sete. E tutto questo non solo tollerato, ma addirittura voluto da lui, che ordina allo Spirito di spingerti dentro nel deserto. E magari fossi solo: ti ritrovi lì con la peggiore delle compagnie, con satana che ti tenta, che tenta di farti ritornare indietro sapendo che non lo puoi fare, che tenta di farti capire che Dio non è poi proprio così padre come si vende all’umanità, che cerca di farti cambiare idea sulla vita.

E lui mica viene da solo a darti fastidio: si porta dietro un bel po’ di bestie selvatiche, soprattutto quelle con due gambe e con due braccia, e per di più ti costringe a stare lì con lui almeno una quarantina di giorni, e magari a cedere alle sue lusinghe, anche perché il suo scopo è di farti credere che nel deserto Dio non c’è, che ti ha piantato lì e si è dimenticato di te, e quindi non puoi che affidarti al potere tentatore delle sue proposte. Chi ti assiste, nel deserto? Chi è con te, quando Dio ti abbandona? Chi ti sta vicino, quando ti senti solo? Chi si mette al tuo servizio, quando hai bisogno di qualcosa, o di tutto, come nel deserto?

Per la verità, qualcuno al tuo servizio c’è anche nel deserto: gli angeli. Chi sono? Poco importa, lo capisci dalla vita, soprattutto nei momenti di deserto, quando qualcuno con una parola dolce, con un gesto affettuoso, con una carezza, con una mano che stringe la tua, con un semplice sguardo, ti si avvicina e ti fa capire che Dio non se n’è andato: ti ha buttato nel deserto, ti ci ha proprio spinto, per farti capire che neppure nella peggiore delle arsure lui ti lascia senz’acqua; che neppure nella peggiore delle penurie lui ti lascia senza cibo; che neppure nella peggiore delle solitudini lui ti lascia solo. Manda i tuoi angeli, per servirti, e soprattutto per farti capire che lui c’è, anche nel deserto.

Certo, non è facile né da capire né tantomeno da avvertire, la sua presenza nel deserto: ma non dobbiamo lasciarci sfuggire l’occasione per farlo, perché il tempo è scaduto, il Regno di Dio è vicino, occorre cambiare la nostra mentalità riguardo a un Dio che riteniamo assente e silenzioso, e iniziare a credere nel Vangelo.

Che è sempre e comunque una buona notizia.